Riceviamo con rammarico, come tutti gli abbonati al periodico "Tirano & Dintorni" la lettera di Fulvio recante la triste notizia che questo mensile ha concluso con il mese di dicembre la sua esperienza.
Ci rattristiamo per il fatto che Tirano perda quella che forse era l'unica voce libera ed indipendenete nell'editoria Tiranese.
Ringraziamo "Tirano & Dintorni" per i vari articoli che ha pubblicato in questi anni con la speranza e l'augurio che un giorno non troppo lontano il gruppo che ha gestito il mensile tiranese possa aver in se le forze per rigenerarsi e permetterci ancora di sfogliare tutte quelle riflessioni e quei pensieri che hanno accompagnato buona parte delle nostre vite.
Un malinconico grazie
Team PVT
lunedì 14 gennaio 2008
giovedì 25 ottobre 2007
L'ecologia del non fare
di Tom Hodgkinson
La ricerca di uno stile di vita responsabile nell'ambiente ecologista ha assunto delle qualità che potremmo definire religiose. Così come per una persona religiosa la cosa più importante è salvare la propria anima, così per l'ecologista è quella di salvare il Pianeta. Entrambi si prefiggono come meta finale la salvezza.
Alcuni degli ecologisti più estremi prevedono una qualche sorta di apocalisse. Se la crisi imminente sarà scatenata dalla crisi petrolifera, da un collasso del sistema finanziario o da un disastro planetario, non ne sono sicuri. Ma la fine del mondo, dicono i profeti, è certamente vicina. E in questo vediamo un altro parallelo con le religioni: ogni culto promette ai suoi adepti che loro, solo loro, saranno salvati. Così ci convinciamo che grazie a pannelli solari, generatori eolici e orti biologici saremo inclusi in quella cerchia privilegiata. Nello stessmo modo in cui nei circoli religiosi c'è sempre stato un dibattito acceso sul modo migliore di raggiungere la salvezza, gli ecologisti discutono su quale sia lo stile di vita meno dannoso. È meglio la vita in campagna perché è più salubre o la vita in città perché si utlizza meno l'automobile? È meglio comprare biologico al supermercato o andare dal contadino locale? È meglio usare le borse di cotone o riciclare quelle di plastica?
L'intero movimento ecologista è pieno di domande e interrogativi, proprio come un tempo è stato per il Cristianesimo: i teologi del Medioevo producevano dei veri e propri manuali con tutte le risposte alle questioni etiche che turbavano il loro gregge. Come il Cristianesimo medievale, anche il movimento ecologista esalta la vita di comunità ed ha una profonda sfiducia nei confronti del denaro e del capitalismo.
Intendiamoci, nel paragonare il movimento ecologista a una religione non lo sto affatto criticando. La fede in una salvezza tramite delle buone azioni in passato ha fatto in modo che almeno alcune di queste buone azioni fossero portate a termine. Allo stesso modo uno stile di vita responsabile è un modo efficace per miglioare la nostra qualità di vita e rimettere in discussione il nostro sistema di valori. Indipendentemente dal fatto che venga o meno la fine del mondo.
Ci stiamo in ogni caso ponendo una domanda importante: come vivere? È proprio in riviste come queste che vedo un rifiuto della ristretta visione materialistica che dominato la cultura europea per 250 anni, che affonda le sue radici nel puritanesimo del XVI secolo, a favore di una cultura della reciprocità e della condivisione. I monaci di un tempo ritenevano che coltivare ortaggi, prodursi il pane e farsi il vino fossero occupazioni degne per la vita di tutti i giorni - proprio come noi.
Dobbiamo toglierci dalla testa però che una vita resposabile ed etica implichi sacrificio ed austerità, e soprattutto che le nostre convinzioni debbano essere inculcate negli altri. Queste sono idee ereditate da quel filone di pensiero occidentale convinto che vita vuol dire sofferenza, che l'uomo è malvagio e deve essere corretto per essere salvato.
A volte anche alcuni ecologisti possono assumere questo tipo di atteggiamento: "Peccatori, pentitevi! Gettate le vostre automobili e abbandonate la vostra diabolica dipendenza dal petrolio prima che sia troppo tardi!". Queste persone sono convinte che la soluzione sia soltanto nell'azione. Ci viene detto che dobbiamo "fare qualcosa" e subito, che la salvezza si trova alla fine di una lunga strada lastricata di sudore. Beh, sarò provocatorio ma secondo me la salvezza sta soprattutto nel piacere, nella creatività e nel bighellonare facendo poco o niente. Per il bene del Pianeta la prima cosa non è quella di fare, ma di fare meno. Molto meno.
Uno dei miei libri preferiti è "La rivoluzione del filo di paglia" di Masanobu Fukuoka, guida per eccellenza dell'agricoltura del "non fare" e allo stesso tempo un'importante riflessione filosofica. Fukuoka si ritirò dalla società negli anni Trenta per praticare un'agricoltura senza utilizzo di fertilizzanti chimici - che andavano particolarmente di moda in quegli anni, in Giappone come nel resto del mondo - e senza utilizzare l'aratro. Si tratta di un approccio che viene consigliato anche in alcuni manuali di agricoltura biologica.
Io stesso ho applicato i principi di Fukuoka nel mio orto. Meno lavoro, prodotti di qualità e limitazione dell'intervento umano è una combinazione imbattibile: Fukuoka afferma infatti che è l'intervento stesso dell'uomo a creare tutti i suoi problemi. Quindi la soluzione è quella di fare meno, non di più. Allo stesso modo, invece di andare a Roma per una marcia di protesta o andare in giro per il mondo a seguire conferenze sul cambiamento climatico, seguite il consiglio dell'ecologista Stephen Harding e stendetevi all'ombra su un fianco della collina. Facendo così salverete il pianeta - e forse anche la vostra anima.
Tratto dalla rivista Aam Terra Nuova - Ottobre 2007
La ricerca di uno stile di vita responsabile nell'ambiente ecologista ha assunto delle qualità che potremmo definire religiose. Così come per una persona religiosa la cosa più importante è salvare la propria anima, così per l'ecologista è quella di salvare il Pianeta. Entrambi si prefiggono come meta finale la salvezza.
Alcuni degli ecologisti più estremi prevedono una qualche sorta di apocalisse. Se la crisi imminente sarà scatenata dalla crisi petrolifera, da un collasso del sistema finanziario o da un disastro planetario, non ne sono sicuri. Ma la fine del mondo, dicono i profeti, è certamente vicina. E in questo vediamo un altro parallelo con le religioni: ogni culto promette ai suoi adepti che loro, solo loro, saranno salvati. Così ci convinciamo che grazie a pannelli solari, generatori eolici e orti biologici saremo inclusi in quella cerchia privilegiata. Nello stessmo modo in cui nei circoli religiosi c'è sempre stato un dibattito acceso sul modo migliore di raggiungere la salvezza, gli ecologisti discutono su quale sia lo stile di vita meno dannoso. È meglio la vita in campagna perché è più salubre o la vita in città perché si utlizza meno l'automobile? È meglio comprare biologico al supermercato o andare dal contadino locale? È meglio usare le borse di cotone o riciclare quelle di plastica?
L'intero movimento ecologista è pieno di domande e interrogativi, proprio come un tempo è stato per il Cristianesimo: i teologi del Medioevo producevano dei veri e propri manuali con tutte le risposte alle questioni etiche che turbavano il loro gregge. Come il Cristianesimo medievale, anche il movimento ecologista esalta la vita di comunità ed ha una profonda sfiducia nei confronti del denaro e del capitalismo.
Intendiamoci, nel paragonare il movimento ecologista a una religione non lo sto affatto criticando. La fede in una salvezza tramite delle buone azioni in passato ha fatto in modo che almeno alcune di queste buone azioni fossero portate a termine. Allo stesso modo uno stile di vita responsabile è un modo efficace per miglioare la nostra qualità di vita e rimettere in discussione il nostro sistema di valori. Indipendentemente dal fatto che venga o meno la fine del mondo.
Ci stiamo in ogni caso ponendo una domanda importante: come vivere? È proprio in riviste come queste che vedo un rifiuto della ristretta visione materialistica che dominato la cultura europea per 250 anni, che affonda le sue radici nel puritanesimo del XVI secolo, a favore di una cultura della reciprocità e della condivisione. I monaci di un tempo ritenevano che coltivare ortaggi, prodursi il pane e farsi il vino fossero occupazioni degne per la vita di tutti i giorni - proprio come noi.
Dobbiamo toglierci dalla testa però che una vita resposabile ed etica implichi sacrificio ed austerità, e soprattutto che le nostre convinzioni debbano essere inculcate negli altri. Queste sono idee ereditate da quel filone di pensiero occidentale convinto che vita vuol dire sofferenza, che l'uomo è malvagio e deve essere corretto per essere salvato.
A volte anche alcuni ecologisti possono assumere questo tipo di atteggiamento: "Peccatori, pentitevi! Gettate le vostre automobili e abbandonate la vostra diabolica dipendenza dal petrolio prima che sia troppo tardi!". Queste persone sono convinte che la soluzione sia soltanto nell'azione. Ci viene detto che dobbiamo "fare qualcosa" e subito, che la salvezza si trova alla fine di una lunga strada lastricata di sudore. Beh, sarò provocatorio ma secondo me la salvezza sta soprattutto nel piacere, nella creatività e nel bighellonare facendo poco o niente. Per il bene del Pianeta la prima cosa non è quella di fare, ma di fare meno. Molto meno.
Uno dei miei libri preferiti è "La rivoluzione del filo di paglia" di Masanobu Fukuoka, guida per eccellenza dell'agricoltura del "non fare" e allo stesso tempo un'importante riflessione filosofica. Fukuoka si ritirò dalla società negli anni Trenta per praticare un'agricoltura senza utilizzo di fertilizzanti chimici - che andavano particolarmente di moda in quegli anni, in Giappone come nel resto del mondo - e senza utilizzare l'aratro. Si tratta di un approccio che viene consigliato anche in alcuni manuali di agricoltura biologica.
Io stesso ho applicato i principi di Fukuoka nel mio orto. Meno lavoro, prodotti di qualità e limitazione dell'intervento umano è una combinazione imbattibile: Fukuoka afferma infatti che è l'intervento stesso dell'uomo a creare tutti i suoi problemi. Quindi la soluzione è quella di fare meno, non di più. Allo stesso modo, invece di andare a Roma per una marcia di protesta o andare in giro per il mondo a seguire conferenze sul cambiamento climatico, seguite il consiglio dell'ecologista Stephen Harding e stendetevi all'ombra su un fianco della collina. Facendo così salverete il pianeta - e forse anche la vostra anima.
Tratto dalla rivista Aam Terra Nuova - Ottobre 2007
lunedì 8 ottobre 2007
Mi chiedo...
Mi guardo intorno e mi chiedo...
Cosa ci faccio io in mezzo a questo gente.
Mi chiedo: com'è possibile vivere in una comunità in cui i valori più importanti sono il lavoro e la religione?
Mi chiedo com'è che questa gente nonostante ciò che i nostri nonni hanno passato non sanno vivere decentemente.
E' davvero così importante a Tirano, avere una macchina nuova di lusso, i vestiti firmati e poi vivere nella falsità, nell'ignoranza e non saper godere delle piccole cose di ogni giorno?
Mi chiedo: è possibile che la cosa più importante qui sia lavorare come dannati?
Sono tutti vecchi, ma non come i nostri vecchi bensì vecchi dentro!
INDIVIDUALISMO - FALSITA' - PERBENISMO
Possibile che per andare avanti qui l'unico modo sia il super-culturalmente-accettato ALCOLISMO?
O peggio ancora, la DROGA ormai così diffusa, soprattutto tra gli Yuppies perchè gli da' la grinta per lavorareprodurreguadagnarecomprarelamacchinabellaandareneiristorantidilussoetrombareleragazzeingenuecheinseguonoilmitodelsuccessoeivestitifirmati?
Oppure rifugiarsi NEI FARMACI, hanno tutti l'ansia qui... ma chissa come mai...
E le macchinette mangiasoldi dei bar?
E i nightclub dove vanno i poveri manager alla fine di una giornata lavorativa per comprare amore a pagamento - eh si, si fa sesso nei night, ma come ma non lo sapevate vero?
Dov'è finito quello spirito genuino dei contadini? Dov'è finito l'amore per la natura, salvo poi tirarlo fuori quando è economicamente compatibile? Dove sono finiti i ritmi umani?
Sono questi i valori che vogliamo insegnare ai nostri figli?
Mi chiedo cosa ha cambiato così radicalmente la nostra cittadina, un tempo culla della cultura Valtellinese e del commercio e anche del saper vivere...
Ma soprattutto mi chiedo: e chi non ci sta a tutto questo cosa cazzo deve fare?!?
Oppure rifugiarsi NEI FARMACI, hanno tutti l'ansia qui... ma chissa come mai...
E le macchinette mangiasoldi dei bar?
E i nightclub dove vanno i poveri manager alla fine di una giornata lavorativa per comprare amore a pagamento - eh si, si fa sesso nei night, ma come ma non lo sapevate vero?
Dov'è finito quello spirito genuino dei contadini? Dov'è finito l'amore per la natura, salvo poi tirarlo fuori quando è economicamente compatibile? Dove sono finiti i ritmi umani?
Sono questi i valori che vogliamo insegnare ai nostri figli?
Mi chiedo cosa ha cambiato così radicalmente la nostra cittadina, un tempo culla della cultura Valtellinese e del commercio e anche del saper vivere...
Ma soprattutto mi chiedo: e chi non ci sta a tutto questo cosa cazzo deve fare?!?
martedì 25 settembre 2007
NUNTEREGGAEPIU' (Rino Gaetano)
Abbasso e alè abbasso e alè abbasso e alè con le canzoni senza fatti e soluzioni la castità la verginità la sposa in bianco il maschio forte i ministri puliti i buffoni di corte ladri di polli super pensioni ladri di stato e stupratori il grasso ventre dei commendatori diete politicizzate evasori legalizzati auto blu cieli blu amore blu rock and blues
NUNTEREGGAEPIU'
Eya alalà pci psi dc dc pci psi pli pri dc dc dc dc Cazzaniga avvocato Agnelli Umberto Agnelli Susanna Agnelli Monti Pirelli dribbla Causio che passa a Tardelli Musiello Antognoni Zaccarelli Gianni Brera Bearzot Monzon Panatta Rivera D'Ambrosio Lauda Thoeni Maurizio Costanzo Mike Bongiorno Villaggio Raffa Guccini onorevole eccellenza cavaliere senatore nobildonna eminenza monsignore vossia cherie mon amour
NUNTEREGGAEPIU'
Immunità parlamentare abbasso e alè il numero 5 sta in panchina s'è alzato male stamattina mi sia consentito dire il nostro è un partito serio disponibile al confronto nella misura in cui alternativo aliena ogni compromesso ahi lo stress Freud e il sess è tutto un cess ci sarà la ress se quest'estate andremo al mare solo i soldi e tanto amore e vivremo nel terrore che ci rubino l'argenteria è più prosa che poesia
NUNTEREGGAEPIU'
Ue paisà il bricolage il quindicidiciotto il prosciutto cotto il quarantotto il sessantotto il pitrentotto sulla spiaggia di capocotta Cartier Cardin Gucci portobello e illusioni lotteria a trecento milioni mentre il popolo si gratta a dama c'è chi fa la patta a settemezzo c'ho la matta mentre vedo tanta gente che non c'ha l'acqua corrente e non c'ha niente ma chi me sente... ma chi me sente e allora amore mio ti amo che bella sei vali per sei ci giurerei ma è meglio lei che bella sei che bella lei vale per sei ci giurerei sei meglio tu che bella sei
NUNTEREGGAEPIU'
NUNTEREGGAEPIU'
Eya alalà pci psi dc dc pci psi pli pri dc dc dc dc Cazzaniga avvocato Agnelli Umberto Agnelli Susanna Agnelli Monti Pirelli dribbla Causio che passa a Tardelli Musiello Antognoni Zaccarelli Gianni Brera Bearzot Monzon Panatta Rivera D'Ambrosio Lauda Thoeni Maurizio Costanzo Mike Bongiorno Villaggio Raffa Guccini onorevole eccellenza cavaliere senatore nobildonna eminenza monsignore vossia cherie mon amour
NUNTEREGGAEPIU'
Immunità parlamentare abbasso e alè il numero 5 sta in panchina s'è alzato male stamattina mi sia consentito dire il nostro è un partito serio disponibile al confronto nella misura in cui alternativo aliena ogni compromesso ahi lo stress Freud e il sess è tutto un cess ci sarà la ress se quest'estate andremo al mare solo i soldi e tanto amore e vivremo nel terrore che ci rubino l'argenteria è più prosa che poesia
NUNTEREGGAEPIU'
Ue paisà il bricolage il quindicidiciotto il prosciutto cotto il quarantotto il sessantotto il pitrentotto sulla spiaggia di capocotta Cartier Cardin Gucci portobello e illusioni lotteria a trecento milioni mentre il popolo si gratta a dama c'è chi fa la patta a settemezzo c'ho la matta mentre vedo tanta gente che non c'ha l'acqua corrente e non c'ha niente ma chi me sente... ma chi me sente e allora amore mio ti amo che bella sei vali per sei ci giurerei ma è meglio lei che bella sei che bella lei vale per sei ci giurerei sei meglio tu che bella sei
NUNTEREGGAEPIU'
lunedì 20 agosto 2007
La Sagra del Pinguino - TIRANUX
Chi non si è trovato almeno una volta nella vita a maledire il proprio computer perchè mentre scarichiamo un’immagine dalla fotocamera digitale, o scriviamo un documento o visualizziamo un filmato su internet, il nostro PC smette di funzionare sul più bello?
Questa è una situazione tipica che purtroppo capita sempre più spesso ed in svariate situazioni a chi utilizza il computer, facendo perdere tempo - a chi lo utilizza per svago, e denaro - a chi lo utilizza per lavoro.
Stufi di trovarsi in questa situazione, alcune persone con un po' di esperienza nel campo, hanno da tempo cominciato ad informarsi riguardo l'utilizzo di software alternativi a Windows (che spesso è la causa di questi problemi) e hanno deciso di condividere le proprie esperienze con chi voglia saperne un po' di più riguardo a questo interessante argomento.
Esistono infatti molti sistemi operativi come Linux (Ubuntu, Mandrivia, Fedora, Debian, Slackware) che pur sembrando astrusi sia come nome che come utilizzo, sono in realtà molto più alla portata di mano di quanto si possa credere... Senza dimenticare che sono molto più sicuri (praticamente esenti da virus), molto più affidabili e soprattutto completamente gratuiti.
Oltre a questo sono dotati di tutti i programmi che vengono normalmente utilizzati, ed è quindi possibile leggere i propri documenti word, pdf, immagini, musica, video esattamente come su Windows.
Il neonato gruppo Tiranux organizza per questo una serata dal titolo “La Sagra del Pinguino” che si propone di approfondire l'argomento offrendo una serie di spunti su cos'è Linux, perchè è gratuito e soprattutto come fare per “averlo”.
L'appuntamento è per venerdì 21 settembre 2007 alle ore 21.00 presso la sala del Credito Valtellinese di Tirano. Ovviamente l'invito vale per tutti: informatici, appassionati e perchè no, anche semplici curiosi.
Questa è una situazione tipica che purtroppo capita sempre più spesso ed in svariate situazioni a chi utilizza il computer, facendo perdere tempo - a chi lo utilizza per svago, e denaro - a chi lo utilizza per lavoro.
Stufi di trovarsi in questa situazione, alcune persone con un po' di esperienza nel campo, hanno da tempo cominciato ad informarsi riguardo l'utilizzo di software alternativi a Windows (che spesso è la causa di questi problemi) e hanno deciso di condividere le proprie esperienze con chi voglia saperne un po' di più riguardo a questo interessante argomento.
Esistono infatti molti sistemi operativi come Linux (Ubuntu, Mandrivia, Fedora, Debian, Slackware) che pur sembrando astrusi sia come nome che come utilizzo, sono in realtà molto più alla portata di mano di quanto si possa credere... Senza dimenticare che sono molto più sicuri (praticamente esenti da virus), molto più affidabili e soprattutto completamente gratuiti.
Oltre a questo sono dotati di tutti i programmi che vengono normalmente utilizzati, ed è quindi possibile leggere i propri documenti word, pdf, immagini, musica, video esattamente come su Windows.
Il neonato gruppo Tiranux organizza per questo una serata dal titolo “La Sagra del Pinguino” che si propone di approfondire l'argomento offrendo una serie di spunti su cos'è Linux, perchè è gratuito e soprattutto come fare per “averlo”.
L'appuntamento è per venerdì 21 settembre 2007 alle ore 21.00 presso la sala del Credito Valtellinese di Tirano. Ovviamente l'invito vale per tutti: informatici, appassionati e perchè no, anche semplici curiosi.
venerdì 3 agosto 2007
Opinioni
Gentili compaesani frequentatori del blog tiranese
scrivo perchè mi piacerebbe portare l'attenzione su una questione che mi sta abbastanza a cuore, ossia il problema della liceità o meno del parcheggio a pagamento e sulle limitazioni che esso comporta in una società che vorrebbe potersi ritenere libera. Nonostante mi renda ovviamente conto che i veri problemi che affliggono il mondo siano ben altri e ben più gravi, da tempo mi chiedo se sia giusto che noi cittadini e abitanti del pianeta terra dobbiamo pagare per posteggiare le nostre auto sul terreno che Dio ci ha donato, dal momento che non credo che i proventi di pedaggi, soste e multe per divieto vadano direttamente sul conto corrente del Creatore. Infatti credo fermamente che se dobbiamo in quest'ambito qualcosa a qualcuno, Lui è l'unico che potrebbe imporcelo di diritto.
E' vero che scrivo in quanto chiamata in causa, poichè nella mia vita di automobilista ho preso molteplici verbali di siffatto genere, ma parlando anche con altre persone mi è risultato evidente che non son l'unica a pensarla così.
In particolare penso ai commercianti ed a tutti coloro che hanno attività che richiedono che il cliente possa parcheggiare comodamente e perdendo il minor tempo possibile, magari avendo i minuti contati in quanto lavoratore a tempo pieno e con famiglia di cui occuparsi, e soprattutto per questi ultimi è certamente particolarmente seccante doversi fare cento metri alla ricerca del parcometro perduto, con il problema di dover ricordare di avere con sè la monetina necessaria e tutto il resto. oltretutto questi stessi commercianti e clienti pagano indubbiamente tasse a sufficienza perchè gli venga garantita la possibilità di avere un parcheggio senza pensieri. (anche perchè è già sufficiente l'incognita del trovarlo un parcheggio di qualsivoglia natura, senza complicare ulteriormente le giornate al povero automobilista affrettato per esigenza)
Oltretutto recentemente vengo a scoprire che nessuno ci guadagna nulla in questa faccenda poichè tra costo della locazione macchinette e gestione logistica dell'organizzazione punitiva (non voglio generalizzare, ma alcuni falchi del controllo sosta sono veramente dei segugi da combattimento con probabilmente immesso nel dna un fiuto-radar che li conduce senza esitazione direttamente sul parabrezza del peccatore) si va via pari, o almeno questo è ciò che ne esce all'apparenza.
Questa non è una polemica contro nessuno, soprattutto non contro il nostro comune, che in tutto ciò non c'entra molto visto che la messa in posa delle linee blu è avvenuta ormai da qualche anno e per scelta di amministrazioni precedenti, ed inoltre la gestione della cosa è stata affidata ad una società che personalmente non ho ancora capito se è privata o pubblica.
Quindi con questa missiva volevo semplicemente comunicare che se qualcuno è d'accordo con me e volesse avventurarsi nella fondazione di un movimento pacifico per la sosta corretta ma libera, avrà tutto il mio sostegno e apporto energetico :)
Saluti
paolaferrari
scrivo perchè mi piacerebbe portare l'attenzione su una questione che mi sta abbastanza a cuore, ossia il problema della liceità o meno del parcheggio a pagamento e sulle limitazioni che esso comporta in una società che vorrebbe potersi ritenere libera. Nonostante mi renda ovviamente conto che i veri problemi che affliggono il mondo siano ben altri e ben più gravi, da tempo mi chiedo se sia giusto che noi cittadini e abitanti del pianeta terra dobbiamo pagare per posteggiare le nostre auto sul terreno che Dio ci ha donato, dal momento che non credo che i proventi di pedaggi, soste e multe per divieto vadano direttamente sul conto corrente del Creatore. Infatti credo fermamente che se dobbiamo in quest'ambito qualcosa a qualcuno, Lui è l'unico che potrebbe imporcelo di diritto.
E' vero che scrivo in quanto chiamata in causa, poichè nella mia vita di automobilista ho preso molteplici verbali di siffatto genere, ma parlando anche con altre persone mi è risultato evidente che non son l'unica a pensarla così.
In particolare penso ai commercianti ed a tutti coloro che hanno attività che richiedono che il cliente possa parcheggiare comodamente e perdendo il minor tempo possibile, magari avendo i minuti contati in quanto lavoratore a tempo pieno e con famiglia di cui occuparsi, e soprattutto per questi ultimi è certamente particolarmente seccante doversi fare cento metri alla ricerca del parcometro perduto, con il problema di dover ricordare di avere con sè la monetina necessaria e tutto il resto. oltretutto questi stessi commercianti e clienti pagano indubbiamente tasse a sufficienza perchè gli venga garantita la possibilità di avere un parcheggio senza pensieri. (anche perchè è già sufficiente l'incognita del trovarlo un parcheggio di qualsivoglia natura, senza complicare ulteriormente le giornate al povero automobilista affrettato per esigenza)
Oltretutto recentemente vengo a scoprire che nessuno ci guadagna nulla in questa faccenda poichè tra costo della locazione macchinette e gestione logistica dell'organizzazione punitiva (non voglio generalizzare, ma alcuni falchi del controllo sosta sono veramente dei segugi da combattimento con probabilmente immesso nel dna un fiuto-radar che li conduce senza esitazione direttamente sul parabrezza del peccatore) si va via pari, o almeno questo è ciò che ne esce all'apparenza.
Questa non è una polemica contro nessuno, soprattutto non contro il nostro comune, che in tutto ciò non c'entra molto visto che la messa in posa delle linee blu è avvenuta ormai da qualche anno e per scelta di amministrazioni precedenti, ed inoltre la gestione della cosa è stata affidata ad una società che personalmente non ho ancora capito se è privata o pubblica.
Quindi con questa missiva volevo semplicemente comunicare che se qualcuno è d'accordo con me e volesse avventurarsi nella fondazione di un movimento pacifico per la sosta corretta ma libera, avrà tutto il mio sostegno e apporto energetico :)
Saluti
paolaferrari
giovedì 24 maggio 2007
Splendidi..
Ragazzi...
Grazie per tutte le magnifiche emozioni che ci avete fatto provare nel corso di tutto l'anno
Vi vogliamo tanto bene
Ora bisogna godersi il meritato riposo.
Siete Splendidi !!!
Grazie per tutte le magnifiche emozioni che ci avete fatto provare nel corso di tutto l'anno
Vi vogliamo tanto bene
Ora bisogna godersi il meritato riposo.
Siete Splendidi !!!
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